L'idea di ART IN GENERAL IS A
RECEIVER è nata dal desiderio di fare. Il mettersi a fare le cose non è da
considerare solo come un'azione pratica: è un lavoro, come ha precisato ieri
Manuel (incontrato a Sbadigliano) facendomi notare che il nostro muovere i
bicchieri (eravamo in un'osteria) e il muovere i bicchieri della barista sono
due azioni identiche...
Poi siamo stati a visitare la sua
esposizione a Udine: finalmente ho visto i suoi lavori più grandi. Mi hanno
impressionato perché è come se vedesse la realtà ricoperta di parole, mentre lo
spazio che lui occupa (rappresentato dai centimetri, al suolo (la superficie
della tavola), tra i suoi piedi\orme) sia l'unica area vuota, libera, leggera.
Il resto è una coperta ordinata e apparentemente infinita costituita da un
elenco ossessivo di un unico lemma.
Molto piacevole è stato
incontrare anche altre persone e amici udinesi. La mostra di giovani pittori a
Casa Cavazzini è particolarmente bella per l'allestimento, l'idea e i lavori:
stimolanti e di valore. Tanto che, come succede di rado, ho anche cercato il
contatto con gli altri artisti. Ho incontrato Bruciati e gli ho ricordato di
una figuraccia che ho fatto l'anno scorso con lui: è stato divertente scoprire
che non se l'era scordata...
ART IN GENERAL IS A RECEIVER ha
come scopo personale l'essere creativo anche quando le condizioni non sono tra
le più favorevoli. Ovvero, non ho le finanze per stampare nuovi lavori o
mettere in piedi una mostra; pure il viaggio, anima del progetto, è eseguito
chiedendo passaggi o espedienti simili... Porta all'incontro e, ancora più di
quel che si potrebbe pensare (ma in realtà non mi ero fatte delle aspettative),
le persone a cui ho mandato l'invito mi hanno cercato con telefonate, sms e
mail: ho l'agenda piena. A dire il vero, la gente mi cerca anche senza sapere
dell'invito di ART IN GENERAL IS A RECEIVER. Faccio solo quello che mi fa
felice e quindi forse vivo una vita da privilegiato.
Il centro dell'idea di ART IN
GENERAL IS A RECEIVER, più delle immagini che potrei mostrare col telefonino, è
che, per un lasso di tempo, una persona può avere accesso a uno degli oggetti
più intimi: il cellulare. Ci potrebbe, quindi, guardare anche altre cose,
sfogliare gli sms o telefonare al cugino in Australia...
Continuerò a girare, in realtà,
al di là delle date fissate nel progetto. Non voglio stare a casa. Qui di
seguito alcune foto scattate in giro e una fototessera rinvenuta su un
marciapiede...
La persona che espone i lavori di
Manuel, mi ha confidato che ha pensato ad una mostra seppure non è frequente
che l'arte la conquisti: preferisce qualcosa di più stimolante emotivamente,
come il teatro. Mi sono chiesto il perché un artista non dovrebbe prendersi
come responsabilità il conquistare il visitatore (con ogni lavoro) allo stesso
modo. Vorrei produrre i miei lavori toccando il pubblico come se fosse a
teatro.
Spostandomi di notte, sono incappato in una prostituta che intendeva convincermi a fare una esperienza che
non avevo mai fatto prima; poi guardandomi meglio ha pensato che la volessi
prendere in giro a starla ad ascoltare, perché sono troppo bello. Allora,
chissà perché dormo in stazione, ho replicato...
L'altro giorno sono stato in una
sala convegni dove un tizio ha presentato un'opportunità di lavoro. La mattina
seguente, ho scoperto che s’era trattata di una start up (la mia prima): quante
definizioni esistono per un catalogo sul parlare?
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