01/07/14

Farsi un "selfie" equivale a fotografare se stessi mentre si compie una performance. La possibilità di fotografare così incessantemente (grazie alle nuove tecnologie non si fotografano più solo i momenti speciali ma tutto ciò che si incontra durante la propria giornata) rende la foto un'esperienza e non più un supporto o un "oggetto". E' diventato un modo di comunicare sempre più affine ai metodi più naturali e personali come la comunicazione verbale e quella non verbale. Ricordo che agli esordi di tutto ciò, si parlava delle macchine come un prolungamento di se stessi: ora lo è un po' più chiara questa definizione. Quand'ero bambino, sognavo una qualche tecnologia fantascientifica che permettesse di scattare foto, in un istante, di quello che vedessi con gli occhi, con il semplice battere delle ciglia: questa tecnologia esiste.
Quello che piuttosto bisogna domandarsi è il motivo per cui una persona dovrebbe fare una cosa simile. La risposta è identica al perché una persona dovrebbe essere tabagista. Infatti, come si arriva a fumare senza accorgersene, ovvero con indifferenza, con indifferenza la montagna di foto viene inserita in internet senza curarsi come (e se) queste foto verrano mai fruite e da chi... Io stesso scatto le foto con il cellulare non sapendo il perché e quindi chi ne sarà il loro destinatario. Lo si fa perché è possibile, non c'è più bisogno di discrimare e selezionare la scelta dello scatto come quando si aveva una pellicola... esauribile.
Compreso questo, ora mi viene la tentazione di fare un passo oltre e, tenendo presente che fare foto è un'esperienza, realizzo che sarà nata pure l'abitudine di fotografarsi nelle situazioni più intime, che di solito non trovano spazio su facebook. Ad esempio, mentre si fa sesso: sicuramente esisterà un qualche sito in internet dove poter caricare quel genere di selfie... Vedi: https://twitter.com/sexselfies Sta diventando ordinario per ciascuno di noi, insomma, dedicare parte delle giornate a guardare foto e video altrui anche se non ci interessano o non ci servono... e anche se non vogliamo, visto che siamo immersi in questo oceano di foto che non hanno una ben che minima distanza da noi e funzione.
Per funzione leggasi che fino ad allora le foto venivano rese pubbliche perché avevano un ruolo informativo pubblico, mentre attualmente, oltre alle foto con questa funzione, ci sono tutte quelle di cui ho scritto ora e che c'entrano solo con se stessi, a mo' di "autismo" (neanche "masturbazione" che implicherebbe un piacere che qui non c'è). Quando il mostrare le proprie foto ha smesso di essere un momento privato e condiviso solo con le persone che sceglievi per condividere il momento testimoniato dagli scatti?
Tutto ciò non implica l'essere tolleranti o contrari al voyeurismo, ma il fatto che avviene nell'indifferenza che possa esserci o no del voyeurismo... Io stesso sono affascinato da questo aspetto del digitale non tanto per il contenuto degli scatti, ma per i particolari tecnici: come possibile salvare una mole simile di immagini e archiviarla? (visto che si parla principalmente di produzione di immagini piuttosto che di fruizione) E anche: come lucrarci?

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