15/05/16

In questo periodo sto elaborando un testo con lo scrittore e caro amico Emanuele Franz. Sarà un soggetto che diventerà probabilmente un film. Il racconto è un allucinante viaggio, una poesia. Spero che coniughi il più possibile il suo ultimo libro, davvero molto interessante perché mi fa trovare punti di unione con diverse mie riflessioni che voglio usare per i miei progetti: "Le basi esoteriche della microbiologia".
Questo film è un esperimento di recitazione in cui il protagonista viene spinto a esternare sé stesso in un modo reale e passionale. Le persone che ne faranno parte, infatti, più che attori saranno complici in una sorta di performance artistica, degli istigatori grazie alla maschera della recitazione e all'assenza di una sceneggiatura rigida. Quello che si vuole fare, infatti, più che un film, è un nuovo modo di proporre un film. Un esperimento in quanto gli attori non sono al corrente delle varie possibilità di sviluppo della storia, seppure saranno coloro che ne decideranno la direzione.
Un particolare lungimirante è che per mettere in una forma concreta i pensieri sull'uomo, la filosofia, l'universo, la scienza contenuti nel libro, dobbiamo ricorrere alle immagini che si trovano in un suo poema di qualche anno fa, "Il risveglio del Gregorio", che mette in scena, evidentemente, degli uguali pensieri. I quali possono essere, quindi, rintracciati anche in altri testi e in altre forme. Già era successo nella mia performance di KRIPTOSCOPIA "L'ultima performance di KRIPTOSCOPIA" in cui abbiamo collaborato assieme.
Purtroppo, scopro che sarà difficile richiedere un finanziamento alla filmcommission del Friuli perché bisogna evitare scene di violenza, che nella sceneggiatura nostra, invece, sono presenti. (?)

Forse con delle scene di violenza interpretate da attori non professionisti si renderà delle immagini squallide, ma è di secondaria importanza. L'importante è che ogni emozione venga vissuta, analizzata, affrontata. Quando questo succede, allora tutto il resto va bene: sono depresso, vivo la mia depressione; sono felice, affronto la mia felicità e così via. Così saremo anche sicuri di non scimmiottare nulla. Probabilmente il film diventerà qualcosa di molto diverso da com'è sulla carta perché chi recita sarà più impegnato a tirare fuori, piuttosto, la propria paura di recitare quelle scene. E' pure questo che voglio.

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