Nel parcheggio davanti casa, per terra, ho trovato una fotografia, sicuramente scappata fuori dalla "raccolta carta" lì accanto. Stamattina. L'ho raccolta e l'ho inserita nell'"archivio" di tutte le foto trovate negli ultimi anni. Sono centinaia, sono immagini fotografiche, della realtà, che se trasformate diventano un altro mondo.
Fissare l'obiettivo di realizzare con un'immagine una sintesi fra il materiale e il formale della fotografia, in cui la manualità debba quindi essere coinvolta. L'intervento manuale sulla fotografia non mira in prima istanza a creare una rappresentazione, ma visioni che abbiano infine un aspetto prevalentemente astratto, perché frutto di un'esperienza nell'immaginario fuori dal tempo e dallo spazio ordinari. Il prodotto finito è un'immagine fotografica nella quale non è quindi più testimoniata la realtà come vuole la funzione canonica della fotografia, ma nella quale è suggerito l'indizio di ulteriori presenze.
Una ricerca che è iniziata da qualche anno e che sempre più trova i modi per dipanare quella che potrebbe essere definita una nebbia all'orizzonte di un mondo differente, alieno, un mondo nuovo. Queste prime raffigurazioni di un mondo nuovo sono i primi tentativi di comprensione al pari dei disegni primitivi sulle pareti delle caverne.
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