22/09/20

Michele Spagnolo, artista che conosco personalmente, studia da un po’ di tempo il mondo delle piante. Il suo intento è quello di riuscire a trovare un contatto, affidandosi a delle ricerche che mostrano come le piante comunicano e percepiscono il mondo esterno. Esse sono infatti sensibili alle emozioni e con particolari strumentazioni è possibile registrare le vibrazioni che producono. Queste vibrazioni possono essere tradotte in suoni, ovvero in vere e proprie composizioni musicali: alberi e arbusti come l’acero, la magnolia o l’aloe sono stati registrati da Michele per svariate ore rivelando questi scambi. Il suo modo di ascoltare il mondo vegetale si traduce in un rendere percettibile un’energia che altrimenti rimarrebbe inascoltata.

Passando ora al mondo dell'arte, vorrei rendere a parole un'idea difficile da materializzare, proprio perché ha a che vedere con la sfera della percezione. Nel rappresentare ciò che diventerà un suo “soggetto” l'artista si ritrova a mettere in atto dentro di sé un'operazione che definirei spontanea, ovvero si deve convincere che questo “soggetto” non stia mutando la sua forma (cosa che invece avviene continuamente). Si dice per esempio che uno scatto fotografico sia in grado di “fermare un istante”. Ma l'artista che fotografa, fermando l'istante, non può fermare la mutevolezza insita in tutte le cose. E' per questo motivo che nei miei lavori artistici sovrappongo più spazi e più tempi nel medesimo contesto. Un istante, un luogo riprendono così vita, si riprendono la vita che è stata loro negata nell'attimo stesso in cui sono stati “fermati”.

Allo stesso modo, ora scopro che le piante non sono mute o sorde, ma anzi accolgono gli stati emotivi di chi sta loro attorno. Così, anche da scrittore del Vangelo Pratico, ho spesso usato parallelismi con il mondo della natura, per far immaginare al lettore una energia che ci attraversa continuamente. Anche se non la vediamo.

Per chi volesse approfondire o chiedere informazioni a Michele e ascoltarne la musica, visiti la pagina “Musicologia Botanica”: https://musicologiabotanica.bandcamp.com/

15/09/20


Chi come me ha la passione di visitare posti abbandonati, sa bene quanto potente possa essere la natura quando è libera dal controllo dell’uomo. Sono sufficienti pochi giorni, infatti, perché le piante spuntino dove prima c’era un marciapiede, se si smette di camminarci sopra; dopo qualche settimana l’edera e altre piante rampicanti avranno già coperto buona parte delle superfici; un piccolo bosco si farà strada tra le crepe e gli interstizi fino a spingere e travolgere i muri. Gli edifici si mostrano per quello che sono, non appena cadono in disuso: un fragile cumulo di sabbia.

Quante volte ho trovato alberi sani e forti cresciuti da soli dal centro di una stanza, dove prima c’era il tavolo della cucina o una rampa di scale… Molto spesso, il curiosare nelle case vuote deve essere compiuto con cautela perché le piante fagocitano quello che secondo gli ingegneri dovrebbero invece essere i punti saldi: fondamenta, pavimenti, colonne, il tetto… Basta che non ci sia nessuno a tener lontano la vegetazione che ogni cosa potrà crollare e diventare di nuovo terra fertile… Infatti, anche se osserviamo queste cose, non si deve credere che la natura ci sia ostile. Cerca semplicemente la vita, non di prevaricarci; le piante sono semplicemente alla ricerca di una base sulla quale aggrappare le proprie radici… Anche qualcosa di enorme come un edificio, se dovesse crollare non sarà mai veramente una distruzione.