Non concentrarti sul ponte perché, benché sia molto bello e sorprendente, il suo scopo è solo quello di portarti dall’altra parte. Se esso esiste e ti si presenta davanti vuol dire semplicemente che il versante sul quale stai ora può essere attraversato passando sul ponte e giungendo così oltre. Se ci si fermasse invece sul ponte, lo staremmo utilizzando in maniera scorretta, ti pare?
Il ponte è come ogni cosa ci capita nella vita, positiva, negativa o indecifrabile oppure le conoscenze e le esperienze che riteniamo che ci possono migliorare. Tutto deve quindi essere vissuto per passare oltre, non nel senso di voltare le spalle ma un procedere, un progredire.
Tutto quello che abbiamo vissuto ci ha condotti davanti a quel ponte, e lo scopo di un ponte è transitare da un versante al successivo. Se incontriamo quel ponte è proprio perché abbiamo questa opportunità, perché perderla? Eppure, è come se si volesse mancare la possibilità di andare più avanti, progredire, quando si vuole evitare di vivere certe esperienze oppure quando giudichiamo quel che ci capita come insormontabile, insuperabile… sarebbe come rimanere lì senza muovere un passo. Puoi riconoscere una cosa simile nella tua vita? Al di là della metafora del ponte, ti sembra che a volte ci si soffermi su alcuni eventi come se non si potesse più muoversi da lì?
Sicuramente, mi si può rispondere che alcune esperienze nella vita sono così dure che è come se non si potesse affrontarle o che dovessero persistere, oppure che uno può ottenere un successo tale da non volersene assolutamente allontanare. Però, se si legge che ogni cosa è in realtà un ponte, allora deve per forza portarci da qualche altra parte, indipendentemente da come siamo diventati durante il tragitto.
E se si passa poi oltre, si è di certo più vicini alla meta.