27/07/20

Dovremmo immaginare la vita come la spedizione di un avventuriero in un paese sconosciuto da attraversare per scoprire un tesoro inestimabile. Il quale è la Verità su tutto, anche sull’avventura stessa, prendendo coscienza di sé e della vera Realtà, di Dio. Cosicché, non è fondamentale che la vita sia catalogabile in un modo o in un altro, che sia scandita in susseguenti incarnazioni o ci si incarna una volta sola sicuri che si ritornerà alla “fine dei tempi”. Tutti questi dettagli sono alla stregua di sfumature come i vari incontri, gli enigmi e le insidie che l’avventuriero dovrà affrontare per giungere al tesoro. Tali dettagli sono a lui indispensabili per la meta ma il suo scopo è solo il tesoro, come potrebbe interessargli altro?


20/07/20

La felicità autosufficiente



La società che si affida alla tecnologia avrà un beneficio in fatto di progresso, però non potrà mai essere autonoma. Proprio perché a rispondere alle sue richieste è qualcosa di esterno a lui. Per di più, la tecnologia, essendo un artificio, dovrà sempre avere un controllore perché, appunto, non è autonoma… e di seguito: un controllore che controlla il controllore, un controllore che controlla il controllore che controlla il controllore, ecc.
Così, le persone che abitano in una simile società godranno, grazie alla tecnologia, di più opportunità in molti settori, dai servizi ai bisogni primari, dall’intrattenimento alle relazioni… Ma la loro libertà non potrà essere totale, abbiamo visto.
Con la pratica del Vangelo si scoprirà che fintanto io mi affido a qualcosa di esterno a me per ciò che ho da vivere, la mia felicità, soddisfazione e possibilità di realizzazione non saranno mai esaustive. Proprio perché il mio essere felice, la mia possibilità di superare sofferenze, l’impegno nel raggiungere traguardi, ecc. è condizionato da quello che mi circonda… Pertanto, la vera e piena felicità e soddisfazione sono possibili quando esse non variano a seconda di quello che mi succede.
Perché la vera felicità non si ottiene da qualcosa, se no dipenderebbe da quello che si ha o si riesce a guadagnare dalle proprie azioni. Essa esiste a prescindere, è la conseguenza di un affidarsi invece a qualcosa che non può cambiare mai. Qualcosa di assoluto.
Se la mia felicità è autonoma, è autosufficiente, come potrebbe capitare qualcosa che la influenzi? Certo, sono triste se capitano cose tristi, annoiato quando non c’è nulla da fare e al verde quando finiscono i risparmi; ma nulla potrà mai intaccare qualcosa che fondamentalmente è… a sé stante.
Libero.

16/07/20



Il mio libro si intitola “Vangelo Pratico”, quindi di certo tratterà di Vangelo, di religione, di spiritualità… Spesso è sufficiente nominare questi argomenti per vedere reazioni annoiate. Come se fosse di sicuro una barba, o una storiella per bambini. Figuriamo poi leggerci un libro…
Questi argomenti vengono di solito esposti in modo astratto e anche con espressioni poetiche e paternalistiche. Io stesso ricordo da bambino, a catechismo, i discorsi sulla fraternità e l’amore spiegati con immagini edulcorate slegate dalla realtà. E, quel che è peggio, affermando punti di vista che nel mondo non sono facilmente riscontrabili.
Come parlare pertanto di simili cose se nella realtà di tutti i giorni non se ne ha un riscontro diretto? Non ha molto senso, vero? Oppure davvero chi educa in modo religioso è convinto che da adulti diventeremo dei veri cristiani?
Se le persone vengono abituate a qualcosa che poi non troveranno nel loro futuro o non ricevono gli effettivi strumenti per esserne loro i realizzatori, è probabile che in ciò si nascondano finalità che hanno più a che fare con la società e il suo ordine, piuttosto che con la spiritualità.
Ma allora, cos’è questa spiritualità? La spiritualità non serve per diventare delle persone più spirituali o che vedano solo l’astratto nella realtà, serve per essere persone più pratiche. Perché la spiritualità ti permette di avere una visione più nitida e sicura di quanto si vive, su di sé e la realtà. 
La spiritualità non serve neppure a diventare migliori o pieni di amore; queste cose, al massimo, sono conseguenze del diventare più consapevoli e meno dubbiosi su quanto si vive.
Perché la realtà è sì fatta di eventi e cose che continuamente cambiano da sembrare di non poterne mai avere un controllo, ma al di sotto di ciò c’è qualcosa che non può mutare, è assoluto. È su quello che la spiritualità ti permette di poggiare i piedi: in cosa dovrebbe esserci dell’astratto in tutto questo?
O barboso?
Ovviamente, non abbiamo nulla contro coloro che educano alla spiritualità perché sappiamo bene, per esperienza diretta, che è facile che non siano stati forniti degli strumenti adatti per comunicare simili messaggi con le persone di oggi. Molto è cambiato da quando io ero bambino, e tanto è anche cresciuta la curiosità e l’interesse per questi argomenti. Il mio libro, infatti, si colloca proprio in questo desiderio di andare a fondo, sicuri delle moltitudini di viaggi che il Vangelo ci permetterà.

07/07/20



Oltre a farsi prendere dalla curiosità al punto da protendersi in avanti nel vuoto, sopra allo strapiombo, quest’uomo deve anche fare attenzione a mantenersi saldo alle proprie stampelle.
Certe volte le persone si spingono letteralmente in avanti, oltre le proprie sicurezze, se sentono che comunque qualcosa c’è. Qualcosa che proprio perché più avanti rispetto al terreno che sostiene, deve essere per forza diverso, unico, mai visto prima…
Non è per il piacere del rischio che ci si comporta così, è la nostra natura. Anzi, se non ci fosse stato il termine della terra e la fine del sentiero segnato, quell’uomo non si sarebbe incuriosito a tal punto.
Potremmo anche affermare che è facendo così, che siamo esseri umani. Tutti noi, infatti, ricorderemo innumerevoli volte che hanno allungato la testa, percorsi metri o chilometri in più soltanto per la sete di sbirciare un poco più in là.
Questa è pure la forza che ha favorito l’intero progresso e le scoperte conquistate in ogni campo. Ovunque e in qualsiasi epoca. 
E tutti noi sappiamo anche che si riferisce a una curiosità che ha a che fare con noi stessi come persone… con una coscienza e forse un’anima. Guardare dentro di sé è come sporgersi dal burrone di una montagna e se qualcosa c’è oltre, significa che, in qualche modo, da qualche parte sia raggiungibile.
A pochi passi, anche senza stampelle o la possibilità di vedere nitidamente di fronte a noi, riusciremmo a discendere e familiarizzare con qualche nostro mistero.

06/07/20




Compiere un viaggio pieno di avventure come un cercatore di tesori che segue la mappa. Perché si vorrebbe vivere diversamente?

04/07/20



Com’è possibile scrivere ancora sul Vangelo? 
Il Vangelo non esaurisce il Vangelo, innanzitutto; lo stesso Gesù lo fa sospettare.

02/07/20

Sei sicuro di essere esattamente quello che credi di essere? E di essere il corpo e la mente che hai? Ma se sono cose che hai, non sarebbe piuttosto da considerare quello che credi di essere come persona alla stregua di un dono ricevuto? Non sei mai da solo, perché c’è sempre questo dono con te: la tua vita. Allora la puoi immaginare come se fosse un tuo figlio… Stai trattando la tua vita, te stesso, come se fosse tuo figlio? Una creatura da accudire?

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