01/12/17

STUDIARE TANTO... PER POTER FOTOGRAFARE CON UN GIOCATTOLO



Avevo studiato tanto, concentrato la mia attenzione ai ragionamenti che inserivo nella presentazione delle mie mostre - al punto che davo particolare attenzione al foglio che si lascia all'inizio della visita di un'esposizione. Dopo essermi dedicato con abnegazione alla parte tecnica ed esplorativa del mondo della fotografia, ora cercavo di bilanciare la parte teorica. Forse troppo, dato che mi sentivo addirittura definire "artista concettuale".
Qui, ero addirittura a Salisburgo, trasferitomi per approfondire proprio questo aspettando, per frequentare l'accademia di belle arti. A un certo punto, mi sono ricordato di quanta simbiosi ho con il mezzo della fotografia e così essere in grado di ottenere l'effetto desiderato; è sufficiente lasciarmi andare e fidarmi. Allora, ho preso una pausa dagli appunti e sono uscito a zonzo con i colleghi del corso; a loro sembrava che io facessi foto a casaccio, o per finta visto che la fotocamera che usavo era un prodotto mediocre di plastica per nulla professionale (e che ricevette giustamente la definizione di "toycamera"). Dopo aver sviluppata la pellicola, le foto mostravano proprio quello che io stavo cercando, e non solo esteticamente perché evocavano addirittura quel mio sentirmi in una terra di confine senza sapere bene quale strada imboccare…

Gli altri del corso che videro poi gli scatti non riconosceranno mai che quella era la stessa Salzburg che avevamo percorso assieme o che fossero scatti prodotti in quella occasione; anzi che fosse la stessa città pure. Lo stesso per me.

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