14/08/25

L’immagine e l’assoluto: perché una fotografia è sempre una soglia, mai una chiusura


Viviamo immersi in immagini che spesso pretendono di raccontare tutto. Ma, come ricordo nel Vangelo Pratico, la verità non sta nel voler possedere ogni dettaglio, bensì nel saper riconoscere ciò che conta davvero.

Quando fotografo, scelgo un istante, un’inquadratura, un punto di vista. In quel gesto escludo inevitabilmente il resto, e proprio questa parzialità diventa la sua forza: non è una chiusura, ma un’apertura verso ciò che non si vede.

L’immagine, per me, è un invito a guardare oltre. Non definisce l’infinito, ma lo lascia intravedere. Ci ricorda che la realtà non si esaurisce in ciò che appare e che c’è sempre uno spazio per lo stupore, per la scoperta, per l’incontro con qualcosa di più grande.

È lo stesso spirito che anima il Vangelo Pratico: vivere con occhi capaci di cogliere l’essenziale, aprirsi a ciò che trascende, e riconoscere nel frammento la presenza di un significato più ampio.

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