04/05/15


Ieri si è inaugurata la mostra che ho fatto con Manuel e Eva: "Solo, in due". E' stato molto bello seguire la sensibilità e le intuizioni della curatrice per decidere e preparare l'allestimento.
Una delle cose che mi hanno rasserenato è che durante l'opening nessuno ha parlato dei miei lavori tirando fuori osservazioni sulla nostalgia, cosa che capita di frequente poiché uso fotografie provenienti dal passato. Non posso aver scelto quelle foto per nostalgia, visto che raffigurano un mondo che non ho mai vissuto... Quello che io faccio, piuttosto, è realizzare composizioni su oggetti di altre persone - e che solo per mia ricerca personale, questi oggetti sono principalmente delle foto. Precisamente, sono foto di persone che, in quasi tutti i casi, sono morte e di scene di un vissuto che non si riproporrà più in quel modo. Non solo non sono lavori fotografici per il fatto che non sono tratti da foto scattate da me, ma perché sono realizzati al fine di far emergere i miei pensieri sulla vita, la realtà e il modo di percepirla, l'ascesi. E la chiave di lettura è proprio la morte, per il motivo spiegato più sopra.
I miei lavori vengono costruiti con un'attenzione nella composizione, così da far sovrastare un aspetto decorativo, il quale però ha funzione di confondere che alla base c'è una rappresentazione di qualcosa di morto. Voglio che quelle mie immagini siano come una scatola cinese che nasconda la morte sotto una decorazione, anche piacevole; immagino quindi che per via di quest'ultima, un mio quadro venga appeso in casa dal collezionista senza che si possa decifrare la carica di oscuro e morte che vuole mettere in scena...
Credo che se si può trovare un modo per narrare la morte, allora puoi comandare anche la vita. ("narrare" perché adopero scene realmente accadute poiché provengono da foto) Creare una nuova storia, parallela a quella che si è convinti\ci convincono di animare.



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