20/07/20

La felicità autosufficiente



La società che si affida alla tecnologia avrà un beneficio in fatto di progresso, però non potrà mai essere autonoma. Proprio perché a rispondere alle sue richieste è qualcosa di esterno a lui. Per di più, la tecnologia, essendo un artificio, dovrà sempre avere un controllore perché, appunto, non è autonoma… e di seguito: un controllore che controlla il controllore, un controllore che controlla il controllore che controlla il controllore, ecc.
Così, le persone che abitano in una simile società godranno, grazie alla tecnologia, di più opportunità in molti settori, dai servizi ai bisogni primari, dall’intrattenimento alle relazioni… Ma la loro libertà non potrà essere totale, abbiamo visto.
Con la pratica del Vangelo si scoprirà che fintanto io mi affido a qualcosa di esterno a me per ciò che ho da vivere, la mia felicità, soddisfazione e possibilità di realizzazione non saranno mai esaustive. Proprio perché il mio essere felice, la mia possibilità di superare sofferenze, l’impegno nel raggiungere traguardi, ecc. è condizionato da quello che mi circonda… Pertanto, la vera e piena felicità e soddisfazione sono possibili quando esse non variano a seconda di quello che mi succede.
Perché la vera felicità non si ottiene da qualcosa, se no dipenderebbe da quello che si ha o si riesce a guadagnare dalle proprie azioni. Essa esiste a prescindere, è la conseguenza di un affidarsi invece a qualcosa che non può cambiare mai. Qualcosa di assoluto.
Se la mia felicità è autonoma, è autosufficiente, come potrebbe capitare qualcosa che la influenzi? Certo, sono triste se capitano cose tristi, annoiato quando non c’è nulla da fare e al verde quando finiscono i risparmi; ma nulla potrà mai intaccare qualcosa che fondamentalmente è… a sé stante.
Libero.

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