16/07/20



Il mio libro si intitola “Vangelo Pratico”, quindi di certo tratterà di Vangelo, di religione, di spiritualità… Spesso è sufficiente nominare questi argomenti per vedere reazioni annoiate. Come se fosse di sicuro una barba, o una storiella per bambini. Figuriamo poi leggerci un libro…
Questi argomenti vengono di solito esposti in modo astratto e anche con espressioni poetiche e paternalistiche. Io stesso ricordo da bambino, a catechismo, i discorsi sulla fraternità e l’amore spiegati con immagini edulcorate slegate dalla realtà. E, quel che è peggio, affermando punti di vista che nel mondo non sono facilmente riscontrabili.
Come parlare pertanto di simili cose se nella realtà di tutti i giorni non se ne ha un riscontro diretto? Non ha molto senso, vero? Oppure davvero chi educa in modo religioso è convinto che da adulti diventeremo dei veri cristiani?
Se le persone vengono abituate a qualcosa che poi non troveranno nel loro futuro o non ricevono gli effettivi strumenti per esserne loro i realizzatori, è probabile che in ciò si nascondano finalità che hanno più a che fare con la società e il suo ordine, piuttosto che con la spiritualità.
Ma allora, cos’è questa spiritualità? La spiritualità non serve per diventare delle persone più spirituali o che vedano solo l’astratto nella realtà, serve per essere persone più pratiche. Perché la spiritualità ti permette di avere una visione più nitida e sicura di quanto si vive, su di sé e la realtà. 
La spiritualità non serve neppure a diventare migliori o pieni di amore; queste cose, al massimo, sono conseguenze del diventare più consapevoli e meno dubbiosi su quanto si vive.
Perché la realtà è sì fatta di eventi e cose che continuamente cambiano da sembrare di non poterne mai avere un controllo, ma al di sotto di ciò c’è qualcosa che non può mutare, è assoluto. È su quello che la spiritualità ti permette di poggiare i piedi: in cosa dovrebbe esserci dell’astratto in tutto questo?
O barboso?
Ovviamente, non abbiamo nulla contro coloro che educano alla spiritualità perché sappiamo bene, per esperienza diretta, che è facile che non siano stati forniti degli strumenti adatti per comunicare simili messaggi con le persone di oggi. Molto è cambiato da quando io ero bambino, e tanto è anche cresciuta la curiosità e l’interesse per questi argomenti. Il mio libro, infatti, si colloca proprio in questo desiderio di andare a fondo, sicuri delle moltitudini di viaggi che il Vangelo ci permetterà.

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