Avevo studiato tanto, concentrato
la mia attenzione ai ragionamenti che inserivo nella presentazione delle mie
mostre - al punto che davo particolare attenzione al foglio che si lascia
all'inizio della visita di un'esposizione. Dopo essermi dedicato con
abnegazione alla parte tecnica ed esplorativa del mondo della fotografia, ora
cercavo di bilanciare la parte teorica. Forse troppo, dato che mi sentivo
addirittura definire "artista concettuale".
Qui, ero addirittura a Salisburgo,
trasferitomi per approfondire proprio questo aspettando, per frequentare
l'accademia di belle arti. A un certo punto, mi sono ricordato di quanta
simbiosi ho con il mezzo della fotografia e così essere in grado di ottenere
l'effetto desiderato; è sufficiente lasciarmi andare e fidarmi. Allora, ho
preso una pausa dagli appunti e sono uscito a zonzo con i colleghi del corso; a
loro sembrava che io facessi foto a casaccio, o per finta visto che la
fotocamera che usavo era un prodotto mediocre di plastica per nulla
professionale (e che ricevette giustamente la definizione di
"toycamera"). Dopo aver sviluppata la pellicola, le foto mostravano
proprio quello che io stavo cercando, e non solo esteticamente perché evocavano
addirittura quel mio sentirmi in una terra di confine senza sapere bene quale
strada imboccare…
Gli altri del corso che videro
poi gli scatti non riconosceranno mai che quella era la stessa Salzburg che
avevamo percorso assieme o che fossero scatti prodotti in quella occasione;
anzi che fosse la stessa città pure. Lo stesso per me.
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