31/01/14


Ho trascorso l'intera giornata (e sto ancora continuando) a cercare un lavoro fra gli annunci; un lavoro qualsiasi, per poter avere delle entrate e poter ripartire: mettere da parte un capitale, realizzare qualche nuovo lavoro, prepararmi per il progetto che voglio mettere in scena alla Tag Gallery. Ho cercato, secondo me, invano; come sempre. Sono iscritto da quasi vent'anni all'ufficio di collocamento e in tutti questi anni mi hanno proposto solo due o tre impieghi, qualcosa è palesemente inutile nel sistema. Tutti questi uffici, e le strutture private per cercare lavoro che sfoglio in internet esistono solo per poter dare lavoro a chi ci lavora. A me fanno solo perdere tempo.
Ho iniziato a cercare qualcosa nella mia città e mi sono ampliato sempre più fino a cercare all'estero. Rasenta il ridicolo. Sono consapevole di star realizzando dell'arte che potrebbe permettermi di mantenermi economicamente se proposta nel mercato e sono assolutamente al verde. E' molto bello fare la vita da artista, dedicarsi al proprio percorso, la propria poesia; ma un artista è totalmente incapace di vendersi. Questo è anche un metro per poter riconoscere un artista.
Non ho la ben che minima dedizione nel propormi, nel portare avanti e rendere conosciuto e appetibile il mio nome. Artista lo sei in quello che sei bravo a fare, e alcuni sono artisti nel marketing anche se espongono fotografie o installazioni. Non potrei mai competere con chi è in grado di proporsi ad una galleria o come assistente ad un artista noto, se non sono neppure capace di tenere nella giusta considerazione i lavori che faccio. Perlomeno, dovrei trovare una modalità per poter vivere di quel che produco, traendo il sostentamento da questo mondo, ma senza avere rapporti con esso, che fatico a sopportare.
Oggi, mi sono sentito via mail con degli amici che stanno in Germania coi quali avevo condiviso la mia permanenza in Armenia. Sono appena rientrati da un viaggio che ha condotto entrambi di nuovo nel Caucaso e in Iran. Zone decisamente depresse dal punto di vista della scena dell'arte contemporanea, ma che trovano comunque fertili per i loro progetti, come performer e organizzatori di workshop. Non c'entra, ancora, la possibilità che ti offre una certa situazione o regione geografica, ma la volontà, che io ammetto di aver messa a dura prova attraverso le esperienze di questi ultimi due anni. Marcus è uno stimabile sound artista che già due anni fa mi aveva aiutato ad entrare maggiormente in confidenza con il suono nell'arte. Mi ha consigliato dei software per le mie esigenze promettendoci un giorno di fare qualcosa insieme.

Nessun commento:

Posta un commento