17/03/14


Le mie riflessioni insistono molto sulla realtà, il modo di percepirla e raffigurarla; nel mio caso ricercando l'astratto. Non riesco a cogliere dove ci sia nella mia produzione lo spazio per affrontare e inscenare i desideri, le voglie, i sogni; specialmente i miei. Forse semplicemente tengo queste cose riservate.
Il modo di rappresentare la realtà è quello mio personale, quindi io lo vivo come una sorta di "soggettiva", di punto di vista soggettivo. Tuttavia, così facendo rimango abbastanza vago, di certo non "corporeo", palpabile, come era invece la mia intenzione quando ho iniziato qualche settimana fa la nuova serie (che sto continuando ad ampliare). Mi sembra che da allora la cosa più passionale, personale che ho fatto sia stata il mio intervento alla performance di Michele e Sissy: uno suonava e l'altro, mascherato, ballava durante il vernissage di una mostra a La Fenice Gallery a Venezia. Ad un certo punto, mi sono staccato dal pubblico, mi sono tolto il cappotto e ho iniziato a ballare e a interagire con Sissy; non era stato avvisato nessuno della mia aggiunta, è stata una cosa pensata fra di noi. La particolarità è che sotto il cappotto indossavo alcuni abiti della ragazza con cui stavo insieme fino a pochi giorni prima, che ho così riportato in mezzo al mio mondo.

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