25/03/14


In confronto a quando c'era l'esigenza di studiare la tecnica per essere dei fotografi e si era formati nel corso degli anni, oggi sono in pochi a possedere questa esperienza. La fotografia è giunta ad essere considerata un qualcosa di facile, chiunque può fotografare. Così di frequente il risultato è mediocre. Di conseguenza, appena qualcuno è dotato tecnicamente viene subito notato. Per me la tecnica è sempre stata un qualcosa di spontaneo perché ho iniziato a fotografare da bambino e sono poi restato sempre legato ad una cultura della fotografia e del cinema. Piuttosto, quello che è fondamentale per me è il tentativo, il desiderio di mostrare quello che voglio nel miglior modo possibile. Da qui il motivo dell'importanza della tecnica, per me: la perfezione è basilare quanto il soggetto stesso della foto. E, se necessario, questa può essere raggiunta anche creando delle lacune, delle imperfezioni; cosa possibile solo se si conosce il perché queste avvengono, la loro storia e quindi cosa diventeranno se inserite.
Le imperfezioni, che hanno molto a che vedere con il distorcere, smontare e distruggere, si focalizzano sempre su un elemento specifico che noto nell'immagine, un "motivo" come si direbbe se si trattasse di musica. Questi gesti non rispondono mai a un programma, seppure so che avverranno; non meritano neppure di essere considerati un'esecuzione totalmente consapevole. Per lo più hanno altre ragioni se accadono, piuttosto che il controllo o la pianificazione. Tuttavia, quando mi aspetto di essere giunto alla conclusione e mi accorgo che il nuovo motivo che ho inserito o il modo in cui ho modificato quanto già c'era, non mi piace o stona, cerco di insistere con la lavorazione fino a trovarlo sopportabile. Qui di nuovo devo lavorare lasciandomi andare. Ed è a questo punto che inizia un più profondo lavoro di ri-disegno per raggiungere il miglioramento dell'immagine. A volte il tutto si conclude in un'ora, altre volte una giornata o settimane; non ha importanza il tempo, in alcune occasioni sono movimenti, cambiamenti, disfacimenti di pochi dettagli. Tutta la macchina si fermerebbe se cercassi di capire i perché che mi hanno portato al risultato finale; i lavori che più ho ammirato, osservato e su cui ho più ragionato sono infatti quelli che in breve mi hanno stufato poiché non ne percepivo più il mistero.

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