13/03/14


Sono stato all'inaugurazione della mostra della stilista Agatha Ruiz de la Prada tenutasi negli spazi espositivi di via Bertossi a Pordenone. E' stato un evento molto interessante perché si tratta di una rappresentante di spicco della moda e del design: sicuramente dà lustro alla città, peccato che in realtà la mostra latita. Nel senso che non sono esposte le sue creazioni, ma loro foto o disegni...! L'unica cosa concreta sono degli oggetti (due porte e una stufa) prodotti da società della zona perché decorati da lei: ha dato l'idea quindi che fosse quello il motivo della presenza di quell'artista a Pordenone, e così la mostra può passare per una pubblicità...
Della mostra precedente, "Percezioni instabili", alla provincia, non mi è piaciuta la volontà da parte del curatore di classificare i lavori dei partecipanti creando così dei temi e dei titoli per coppie di artisti: mi sanno sempre di forzature queste cose. Ma forse sarebbe sembrata ancor più forzato mettere insieme artisti differenti senza spiegarne il motivo. Per me il motivo potrebbe essere che sono tutti di queste parti, per questo credo che siano stati scelti e non per l'affinità al tema (quello sarà venuto in mente dopo averli coinvolti).
Tuttavia, sono solo pareri personali, quello che per davvero mi fa pensare è il discorso dell'assessore fatto ai vernissage. Il solito ragionamento sul valore della cultura, sull'impegno dell'amministrazione di proporla ugualmente e investirvi seppure ci sono i famigerati tagli. In effetti, anche se a breve chiuderanno gli spazi espositivi di via Bertossi, dovrebbe aprire un altro museo, in centro. Un altro contenitore, temo, che verrà riempito senza sapere che direzione dargli.
E' molto importante proporre l'arte, mostrarla ma le funzioni di un museo sono anche altre. Anzi, pensando specialmente a Pordenone, bisogna ammettere che manca un posto per produrla pure: spero di incontrare l'assessore per segnalarglielo: piuttosto dividere il nuovo museo che faranno in stanze da destinare agli artisti per sistemarci i loro atelier. Un posto dove lavorare, incontrarsi, mostrare e fare entrare la gente. Investono nell'arte contemporanea senza neanche cercare gli artisti contemporanei.
In questa città, chi lavora con la creatività è una comunità abbastanza nutrita, eppure non viene tenuta in considerazione per aiutarla nella sua realizzazione: possono aprire un altro museo, ma Pordenone, per i creativi, rimane un passaggio senza offrire riferimenti. Quando si accorgeranno che queste persone corrispondono anche a tanti voti, si occuperanno di noi.
Così mi sono arrangiato andando a fare visita e guardando un po' i loro nuovi lavori, gli artisti Guerrino Dirindin e Raffaele Santillo, nei loro atelier.

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